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Tesori nascosti nel Mediterraneo: il corallo che vive solo nello Stretto di Messina

Tutti conoscono lo stretto di Messina che con le sue forti correnti crea un ambiente unico nel Mediterraneo supportando una elevata biodiversità, dalle foreste di gorgonie a quelle di alghe brune. Non tutti sanno però che questo particolare e circoscritto tratto di mare ospita l’unica popolazione mediterranea di una particolare specie di corallo, Errina aspera. Essa appartiene al gruppo degli idrozoi, famiglia Stylasteridae, ma presenta una particolarità rispetto agli altri idroidi avendo evoluto uno scheletro rigido calcareo.

Gli stilasteridi sono particolarmente abbondanti e diversificati negli ambienti profondi e sono la famiglia più diversificata all’interno degli idrozoi, ma nonostante questo nel Mediterraneo è presente solamente una specie, Errina aspera. Quest’unica specie, inoltre, forma delle meravigliose foreste unicamente nello Stretto di Messina rendendo questo posto ulteriormente importante per le sue peculiarità.

Ad oggi le nostre informazioni riguardo gli stilasteridi sono principalmente relative alla descrizione morfologica delle specie e sappiamo molto poco in merito alle caratteristiche genetiche, ai rapporti con le altre famiglie di idroidi e alla loro evoluzione. La ricercatrice della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Daniela Pica, all’interno del progetto CRIMAC ed in collaborazione con ricercatori internazionali, ha condotto uno studio su campioni museali della collezione presente presso il National Museum of Natural History dello Smithsonian a Washington DC. L’utilizzo di tecniche molecolari avanzate ha permesso di investigare e pubblicare per la prima volta la descrizione del genoma mitocondriale di due specie di Stylasteridae, e precisamente di Errina aspera ed Errina atlantica (proveniente dalle isole Azzorre). Lo studio ha rilevato somiglianze nella struttura del genoma mitocondriale rispetto alle altre famiglie di idroidi ma anche alcune peculiarità, che aprono nuove domande e nuovi studi.

https://link.springer.com/article/10.1007/s11033-025-10324-6

https://rdcu.be/d83Tt